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A Forlì una mostra di Flavio Favelli e un seminario di esercitazione artistica con migranti africani

L’esposizione, dal titolo “Half Dinar”, sarà inaugurata venerdì 12 ottobre, mentre il seminario, realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale DiaLogos, si terrà dal 1 al 7 ottobre FORLI’ - L’artista Flavio Favelli inaugurerà la sua personale il prossimo 12 ottobre, nell'ex deposito ATR di Forlì, che per la prima volta accoglie il progetto di un artista visivo. Contestualmente alla mostra, che sarà visitabile fino al 30 novembre, Favelli propone un interessante progetto a cui parteciperà un gruppo di richiedenti protezione internazionale provenienti da diversi paesi africani. Ma partiamo dall’esposizione a cura di Davide Ferri. “Half Dinar” è il titolo della mostra che include due nuovi lavori realizzati dall'artista per gli spazi l'ex deposito ATR. La mostra è idealmente la prosecuzione di una riflessione che il Festival Ipercorpo ha iniziato nel 2012 sulla Collezione Verzocchi, la principale raccolta di pittura novecentesca presente in città e collocata dal 2014 nelle sale di Palazzo Romagnoli. La collezione, nata nell'immediato dopoguerra per iniziativa dell'imprenditore forlivese Giuseppe Verzocchi, ospita le opere di alcuni dei maggiori pittori italiani dell'epoca, ed è strettamente aderente a un tema specifico, il lavoro, che ogni artista presente in collezione ha declinato rappresentandone un aspetto specifico o una figura emblematica. Con i suoi sessantanove dipinti, dunque, la collezione Verzocchi è il ritratto di un'Italia che non c'è più, un paese di pescatori, contadini, sarte, merlettaie, mondine, fabbri, che si muovono in un paesaggio agreste, semi urbanizzato, in costruzione.  Half Dinar, da cui la mostra di Favelli prende il titolo, è un dipinto che riproduce in grande formato una banconota libica, con l’immagine di una mastodontica raffineria, in circolazione all’inizio degli anni settanta (quando Gheddafi, poco dopo la presa del potere e agendo secondo i principi di un panarabismo di stampo socialista che si opponeva al mondo occidentale, ridefiniva, attraverso la propaganda, l’immaginario del suo paese), l’altra opera presente in mostra, dal titolo La Nazione è un grande assemblaggio di vecchie insegne luminose, raccolte nel tempo dall’artista in diversi luoghi del nostro Paese, che rinviano agli anni del benessere e del boom economico, all’idea di una cultura strapaesana che convive con la modernità.  L’intervento di Favelli include inoltre un’altra opera che sarà esposta a Palazzo Romagnoli: in stretto dialogo con i dipinti della collezione Verzocchi fa da contraltare all’immagine della raffineria riprodotta su Half Dinar. Si tratta di Oil (Esso), un object trouvé, un’insegna che l’artista ha recuperato da un distributore di benzina abbandonato, con il logo coperto da una rudimentale cancellatura con il nastro adesivo. La sera dell’inaugurazione, alle ore 20.00 si terrà una visita alla collezione Verzocchi durante la quale sarà possibile vedere l’opera. Oltre alla mostra Favelli ha ideato un seminario di esercitazione artistica, realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale DiaLogos, a cui parteciperà un gruppo di richiedenti protezione internazionale provenienti da diversi paesi africani. Il seminario, non aperto al pubblico,  si terrà sempre presso gli spazi di EXATR, da lunedì 1 ottobre a domenica 7 ottobre. Un’operazione questa dalla quale potrebbe in futuro nascere una mostra.  E’ lo stesso Favelli a spiegare la nascita di questo inedito progetto:  “Mesi fa sono stato al Comitato per la Lotta Contro la Fame del Mondo a Forlì, centro di raccolta missionario che sostiene progetti nel Sud del mondo. Frequento il Centro da tempo, mi interessano molti materiali che selezionano con ordine; quello che di solito si butta, loro lo conservano per venderlo per sostenere i loro fini. Stavo prendendo degli specchi,  - racconta  l’artista - quando un operatore locale ha chiesto un aiuto a dei giovani uomini africani che stazionavano al Centro. Questi, un po’ impacciati, hanno iniziato a caricare nell’auto gli specchi. Ho pensato così alle frequentissime polemiche sul cosa e come fare lavorare gli immigrati, di solito occupazioni di fatica associate a badili, scope e ramazze. Lavori sempre umili che sono oramai di pertinenza degli stranieri dei paesi poveri. Soprattutto gli africani spesso bollati come inabili e inadatti al lavoro per natura. Ho pensato così a cosa succederebbe a dare una matita in mano a questi neri africani, che sono i meno considerati (sicuramente dei magrebini o dei medio orientali, islamici). Ho così pensato di fare un seminario-esercitazione di disegno sui soldi, forse su uno degli oggetti più desiderato e grande veicolo di immagini. Sulle banconote, come l’opera Half Dinar che dà il titolo al progetto, fare disegnare agli africani le banconote che ricordano, che conoscono e che hanno usato. La banconota, soprattutto in passato quando non c’era il bancomat, è sempre stato l’oggetto più usato e maneggiato quotidianamente, come il pane, eppure è il meno conosciuto. Chi si ricorda le 10.000 lire con il busto di Andrea del Castagno in uso per quasi dieci anni? Chi ha notato le 500.000 lire con Raffaello? L’oggetto più importante e più usato è meno conosciuto e spesso ha a che fare con immagini d’arte”- conclude Favelli. Vademecum Flavio FavelliHalf DinarUn progetto a cura di Davide FerriInaugurazione venerdì 12 ottobre ore 18.30 
(ore 20.00, visita alla Collezione Verzocchi)Dal 12 ottobre al 30 novembre EXATR  ingresso via Ugo Bassi, 16  ForlìDopo l’inaugurazione la mostra è visitabile solo su appuntamento | ingresso liberoÈ possibile prenotare dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.00Elisa Nicosanti | info@cittadiebla.com | +39 320 8019226Organizzazione e produzione Città di Ebla per EXATR ...

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